headerphoto

 

 

I rischi per gli operatori dell'emergenza sanitaria

 


Un articolo recentemente pubblicato sulla rivista statunitense Prehospital Emergency Care [1] analizza i rischi degli operatori del soccorso sanitario, in particolare focalizzando l'attenzione sui pericoli connessi al trasporto in ambulanza. Nonostante questa pubblicazione tratti solamente la realtà americana emergono comunque numerosi spunti di riflessione sulla sicurezza delle attività di soccorso e sui trasporti in ambulanza nel nostro paese.

Gli autori, attraverso una revisione dei dati pubblicati tra la fine degli anni '80 e oggi, delineano l'entità del rischio di morte o lesione grave permanente per gli operatori dei servizi EMS americani.

Il 74% degli incidenti occorsi al personale è legato alle attività di trasporto, sia ordinario sia classificato come "code 3", ossia con sirena e luci lampeggianti in funzione. La percentuale di incidenti alle ambulanze è molto più elevata durante i percorsi a sirena (22,2 incidenti per 100.000 tragitti) rispetto ai tragitti ordinari (1,46 per 100.000); inoltre il 60% degli incidenti e il 58% degli incidenti con esiti gravi per i soccorritori avviene durante gli spostamenti per interventi di emergenza.

Gli autori della revisione hanno identificato i principali fattori responsabili dei rischi legati al trasporto su mezzi di soccorso sanitario suddividendoli in tre categorie:

Aumentato rischio di incidenti per le ambulanze Scarsa attenzione alla sicurezza nella progettazione/costruzione delle ambulanze Incidenti occorsi durante l'assistenza diretta a pazienti critici

- guida in emergenza

- falso senso di sicurezza (ritenere che gli automobilisti sentano la sirena/vedano i lampeggianti)

- Condotta di guida pericolosa (velocità eccessiva, contromano, mancato rispetto di incroci/precedenze)

- Presenza di numerosi oggetti "distraenti" sul cruscotto ("sterile cockpit")

- Mancanza di collaborazione tra i membri dell'equipaggio

- Mancanza di rispetto dei mezzi di soccorso da parte dei cittadini

- Allestimento del vano sanitario: (equipaggiamento libero, non assicurato, spigoli, materiale difficilmente accessibile, grandi dimensioni del compartimento, scarsa possibilità di movimento da parte degli operatori)

- Carenza di verifiche sulla resistenza agli utri delle ambulanze (Crash Test)

- Scarsa visibilità delle ambulanze

- cinture di sicurezza inadeguate

 

in particolare durante compressioni toraciche, gestione delle vie aeree, controllo del paziente

- Posizione eretta del soccorritore

- mani occupate (impossibilità a proteggersi o a bilanciarsi)

- mancanza di sistemi di ritenuta

- mancanza di protezioni per il capo

 

Oltre agli aspetti legati alla guida in emergenza, credo sia maggiormente opportuno soffermarsi sui rischi legati alle carenze strutturali dei mezzi di soccorso e ai potenziali pericoli durante manovre assistenziali.

Purtroppo l'utilizzo delle cinture di sicurezza nel compartimento posteriore delle ambulanze è spesso disatteso: l'articolo riporta un utilizzo dei sistemi di ritenuta nella cabina di guida da parte dei paramedici americani del 74% durante trasferimenti ordinari e dell'80,6% durante interventi di emergenza mentre l'utilizzo nel vano sanitario è del 7% per gli ordinari e solamente del 3,2% per gli interventi di emergenza. Gli operatori ritengono che l'utilizzo delle cinture di sicurezza sia scomodo, impedisca i movimenti, limiti l'assistenza al paziente o ne riduca l'efficacia.

Ad esempio, l'esecuzione di compressioni toraciche durante il trasporto richiede al soccorritore una posizione obbligata, con le spalle allineate verticalmente sopra al torace della vittima e una elevata concentrazione per eseguire compressioni accurate sia in termini di frequenza (100 alminuto) che di profondità (4-5 centimetri). Accelerazioni, decelerazione e brusche sterzate, oltrea non garantire una rianimazione cardiopolmonare di qualità, mettono a rischio la stabilità del soccorritore che troverà difficoltà a bilanciare il proprio corpo o a proteggersi in caso di caduta.

L'utilizzo di sistemi meccanici per l'esecuzione delle compressioni toraciche come il Lucas di PhysioControl o l'AutoPulse di Zoll, può limitare i rischi per i membri degli equipaggi di soccorso e soprattutto può offrire compressioni efficaci e migliorare l'outcome delle vittime di arresto cardiaco.

Tra le possibili strategie applicabili per ridurre il rischio di incidenti e i conseguenti effetti lesivi sul personale dei servizi di emergenza sanitaria vi sono:

  • una maggiore attenzione alla sicurezza in fase di progettazione e costruzione dei mezzi di soccorso: crash test dinamici per valutare gli effetti di eventuali impatti, materiale riposto dentro vani chiusi o all'interno di reti di protezione, maggiore attenzione ai colori e i sistemi di illuminazione di emergenza dei veicoli di soccorso.
  • incrementare la formazione per gli autisti con particolare attenzione alla sicurezza e all'attenzione durante la guida; utilizzo di sistemi computerizzati che forniscono feedback in tempo reale ai conducenti relativamente a velocità, accelerazioni e decelerazioni e che possono essere utilizzati anche come "scatole nere". L'utilizzo di questi sistemi ha dimostrato una riduzione di oltre l'80% in un servizio EMS di una vasta area metropolitana statunitense.
  • Ridurre il numero di interventi con sirena e luci lampeggianti in funzione
  • Applicare strategie di sicureza derivate dall'aeronautica come mantenere uno "sterile cockpit, ossia evitare conversazioni inutili, evitare telefonate o SMS e altre attività distraenti e concentrare al massimo l'attenzione di ogni membro dell'equipaggio sull'obiettivo dell'intervento e su quanto avviene in strada.
  • Incrementare l'utilizzo delle cinture di sicurezza nel vano sanitario, sia attraverso lo studio di sistemi di ritenuta più affidabili rispetto alle semplici cinture di sicurezza a due punti e che consentano una minima mobilità agli operatori, sia attraverso l'adozione di strumenti automatizzati per l'esecuzione di manovre "a rischio" come ventilatori polmonari e sistemi per l'esecuzione delle compressioni toraciche esterne. Un altro strumento che può contribuire ad aumentare la sicurezza dei soccorritori è costituito dai sistemi di comunicazione "hands free".

 

 

 


ParamedicTV is powered by EMS1.com

 

 

 

 

Crash test a 50 Km/h, impatto frontale (fonte Youtube)

 

Bibliografia:

[1] David E. Slattery, Annemarie Silver, The Hazards of Providing Care in Emergency Vehicles: An Opportunity for Reform, Prehospital Emergency Care, 13:3, 388-397.

 

 

Link alla sezione Ambulance Crash del sito www.RIAONWEB.it